7 maggio 2014

Il nostro mondo in ogni lacrima!

Lacrime di possibilità e di speranza © 2013 Rose-Lynn Fisher
Vi ricordate gli esperimenti di Masaru Emoto o di Montagnier con l'acqua.

Bene, Rose-Linn Fisher ha fatto un esperimento simile con le lacrime.


Lacrime di liberazione © 2013 Rose-Lynn Fisher

Ha così fotografato 100 diverse lacrime sue e di amici con un microscopio standard, in diversi tipi di situazioni: dalla lacrima per cipolle a quelle di dolore, frustrazione, rifiuto, a quelle da risata, sbadiglio, nascita, speranza, liberazione e molte altre 

In un periodo particolarmente difficile per lei si è chiesta se le sue  lacrime di gioia fossero uguali o diverse dalle sue lacrime di dolore.

Il risultato è stato soprendente! 

Ogni tipo di lacrima è risultato assolutamente diverso dall'altra.

Lacrime da risata non sono uguali a quelle da dolore e a nessun altra lacrima. 



Ogni lacrima è un mondo a sé. Insomma ogni lacrima porta con sè l'esperienza e la vita di una persona. Meraviglioso!





Lacrime di cambiamento © 2013 Rose-Lynn Fisher
Lacrime di dolore © 2013 Rose-Lynn Fisher









4 maggio 2014

Esperimento del sussurro d'amore: Tu sei tanto amato

Ho deciso di fare un esperimento e mi auguro che lo facciate anche voi.
E' un periodo che, come sapete, tengo sotto osservazione tutti gli studi sull'acqua che sono stati fatti e che si stanno facendo.
Masaru Emoto, Montagnier, fino a Rose-Lynn Fisher che  hanno fatto esperimenti cheindicano una  coscienza e una memoria relativa all'acqua. Rose_lynn Fisher lo ha fatto sulle lacrime.
Bene, mi sono detta. 


L'uomo è fatto per un buon 70% di acqua e quest'acqua ha una sua memoria. Si porta dietro le nostre emozioni, le nostre esperienze, la nostra vita. Se noi la nutriamo d'amore la nostra acqua memorizzerà amore.
E allora diamoglielo questo amore. 
Da ieri ho iniziato con le persone che amo veramente tanto. Le accarezzo e gli sussurro le parole Tu sei tanto amato/a e spero che la loro acqua lo memorizzi e comunichi ad ognuno di loro che è tanto amato.
Per vedere se l'esperimento funziona non avrò bisogno di microscopi. Mi basterà osservare.
Sono sicura che cambierà la loro pelle, poi il loro sguardo, il loro sorriso, la loro salute, il loro modo di essere. E sono sicura che sarà un cambiamento positivo.
Lo fate anche voi e mi fate sapere come va? Sussurrate le parole Tu sei tanto amato/a a chi è vicino a voi.

Io so che non mi fermerò agli amici cari. Lo farò, come in fondo ho sempre fatto, con ogni bellissima creatura di questo pianeta!

In fondo non serviva un esperimento sull'acqua. Questa dovrebbe essere la regola di vita di ognuno di noi.

Hey tu? Prontoooooooooooo??? Lo sai che sei tanto amato??



13 aprile 2014

L'uccellino e il sasso

C’era una volta. in un inverno freddissimo, un uccellino che volava su un campo innevato.
Avendo le zampette piene di neve cercava un posto su cui appoggiarsi.
Dall’alto sembrava che tutto fosse ricoperto di neve.
Scendendo più in basso, però, si accorse che c’era una pietra che ne era priva.
Allora l’uccellino si avvicinò e chiese al sasso: “Scusami, sono infreddolito e ho le zampette piene di neve, posso poggiarmi su di te per qualche istante?”
Il sasso lo guardò e subito disse “Ma certo!”.
L’uccellino si posò, si asciugò le zampette e dopo qualche minuto riprese il viaggio.
Nel ripartire disse alla pietra: “Grazie, sei stato veramente gentile, eri l’unico su cui potevo poggiarmi. Ti sarò sempre debitore”.
Ma il sasso rispose: “Grazie a te! Ora non mi chiederò più che ci sto a fare”.




Fonti: storia da web
Foto:http://www.magikbirds.com/image.asp?title_id=551&show_thumbnails=True

12 marzo 2014

Imparare ad essere felici




Non serve barare. Non serve nascondersi. Impara ad essere felice guardando la bellezza che è in te. Perché ricorda, non puoi rimandare la tua felicità a quando ti sarai comprato una nuova auto,dei nuovi vestiti, a dopo che avrai fatto un bel viaggio. Ricordati che chi sei e quello che hai dentro, è con te. Sempre. Impara ad amarlo. E ad amarti. <3

E’ come quando c’è chi crede di essere felice andando a vivere da qualche altra parte, ma poi impara che non è così che funziona. Ovunque tu vada, porti te stesso con te.    Gaiman 













































30 novembre 2013

Definizione d'amore

Girovagando nel web, ho trovato questa definizione dell'amore. Non male, non male!!! Ovviamente è humor. Ma quante volte, purtroppo, finisce così???

Che cosa fai nella vita?

Che cosa fai nella vita? Mi ha chiesto oggi un bambino.
Faccio cose, incontro persone, scrivo, girovago, osservo il mondo, scrivo, parlo, formo, scrivo.
"Ah, ho capito!" La sua faccia da punto esclamativo mi faceva quasi sorridere. Ma come descrivere il mio lavoro? Entra in talmente tante sfaccettature della vita personale delle altre persone, del loro lavoro lavoro, che non saprei, veramente, cosa dire. Ci sono talmente tante esperienze, tanti volti, tanti sorrisi, tante parole, tanto di tutto, che rinchiuderlo in una definizione di quattro parole non mi piace proprio.
E allora, w il mio lavoro!!! E chisseneimporta di incasellarlo.!!!


29 novembre 2013

Le foto

Ieri e oggi sono state due bellissime giornate!
L'ultimo libro, finito e consegnato all'editore e fotografie a gogo per la copertina.
Divertentissimo. Ho confermato che con la macchina fotografica a due millimetri da me, finisco con l'essere un ceppo di legno. 
Ma basta una risata e mi lascio andare. La pazza giocherellona che è in me riemerge immediatamente fuori.
E allora relaaaaaaaaaaaaaaaaaax.

5 novembre 2013

La partita a scacchi




Un giovane si presentò ad un maestro zen e disse:
«Vorrei raggiungere la liberazione dalla sofferenza promessa dal Buddha. Ma non sono capace di lunghi sforzi e non sono in grado di meditare. Esiste una via che posso seguire?»
«Che cosa sai fare?» gli domandò il maestro.
«Niente.»
«Ma c'è qualcosa che ti piace fare?»
«Giocare a scacchi.»
Il maestro fece portare una scacchiera e una spada.
Poi chiamò un giovane monaco e disse ai due:
«Chi di voi vincerà questa partita a scacchi raggiungerà la liberazione.
Chi perderà sarà ucciso con questa spada.
Accettate?»
I due giovani acconsentirono e incominciarono a giocare.
Sapendo che era una questione di vita o di morte, si concentrarono come non avevano mai fatto.
A un certo punto il primo giovane si trovò in vantaggio e pensò che la vittoria era sicura.
Guardò il suo avversario e si accorse che il maestro aveva sollevato la spada sulla sua testa.
Allora ne ebbe compassione e compì un errore deliberato.
Ora era lui che stava per perdere.
Vide che il maestro aveva spostato la spada sulla sua testa... e chiuse gli occhi.
La spada si abbatté sulla scacchiera.
«Non c'è né vincitore nè vinto» proclamò il maestro «e quindi non taglierò la testa a nessuno».
Poi aggiunse rivolto al primo giovane:
«Due sole cose sono necessarie: la concentrazione e la compassione. E tu le hai sperimentate entrambe.
Questa è la via che cerchi».

19 ottobre 2013

Il diamante nel fango



"Se tu trovassi sulla strada un diamante caduto nel fango, che cosa faresti ?"
Risposi: "Non avrei nessuna ripugnanza a sporcarmi, lo prenderei, lo laverei, 
ridonandolo in questo modo, alla sua originale brillantezza"

"Fa così con l'uomo, disse, perché ogni uomo è ben più importante di un diamante"

15 ottobre 2013

Le crepe dell'uomo

Il dolore spesso lascia buchi nel cuore e nell'animo, lascia gambe indebolite e schiene ricurve. Il dolore ci fa vecchi e stanchi. E le persone intorno a noi spariscono, abbandonandoci alla nostra solitudine e a noi stessi.
Dobbiamo imparare ad amare e valorizzare chi ha il cuore crepato e il corpo ricurvo. 



"Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell'oro.Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventa più bello.Questa tecnica è chiamata Kintsugi ....... Rendere belle e preziose le "persone" che hanno sofferto......questa tecnica si chiama amoreIl dolore è parte della vita. A volte è una parte grande, e a volte no, ma in entrambi i casi, è una parte del grande puzzle, della musica profonda, del grande gioco. Il dolore fa due cose: Ti insegna, ti dice che sei vivo. Poi passa e ti lascia cambiato. E ti lascia più saggio, a volte. In alcuni casi ti lascia più forte. In entrambe le circostanze, il dolore lascia il segno, e tutto ciò che di importante potrà mai accadere nella tua vita lo comporterà in un modo o nell’altro.
Jim Butcher"

Errori

Non ci sono errori nella vita, solo lezioni. Così mi disse da piccola mio padre e ne feci tesoro. 

Nella vita a volte vorremmo tornare indietro. Non si può. Ci si deve assumere la responsabilità delle proprie scelte e andare avanti.
Ricordo una frase di una preghiera che dice 
"dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quello che posso e la saggezza di distinguerne la differenza"
 Come venire quindi a patti con i propri errori senza venirne schiacciati dal peso?


  • Accettare il fatto che può succedere, siate aperti. Non siamo perfetti.
  • Accettare il fatto che sia successo, non colpevolizzare se stessi o dare la colpa a qualcun altro
  • Assumersi la consapevolezza e la responsabilità, capire cosa imparare e come migliorare
  • Una cosa è certa, il fatto di aver focalizzato l'attenzione su quello che è successo ci aiuterà a capire come evitarlo in futuro.
  • In quelli che crediamo nostri errori si possono nascondere le nostre capacità

Quindi un bel sorriso sulle labbra e avanti con la vita! La prossima volta si farà meglio


Condivido una bella storia, la lettera di una mamma a sua figlia:


Cara figlia mia, voglio narrarti una storia. 

Molto tempo fa, un uomo che aveva ricevuto da Dio il dono di dipingere con pennelli e colori le meraviglie che vedeva attorno a sè, pensò che era giusto insegnare la sua arte ad altri giovani così che non morisse con lui. Spiegò ai suoi allievi come usare i pennelli, a diluire i colori per ottenere le sfumature più infinite per rappresentare il creato. Quando, secondo lui, furono pronti, mostrò loro un suo dipinto e li esortò a riprodurlo il più fedelmente possibile, seguendo i suoi insegnamenti concedendo loro una settimana di tempo. Trascorsi i sette giorni ogni allievo si recò da lui con la propria opera. Quale fu la meraviglia del maestro quando vide che ogni riproduzione era simile nei tratti alla sua originale, ma i toni e le sfumature li distinguevano una dall'altra. Deluso e amareggiato li rimproverò per non aver ascoltato i suoi insegnamenti. Prima che gli allievi avessero modo di difendersi, intervenne la sposa del maestro pittore, che aveva assistito a tutto restando fino ad allora in disparte. 

"Marito mio, tu hai trasmesso a questi giovani il tuo dono, mostrando loro come usarlo, secondo il loro cuore e la loro anima. E sai bene che ogni anima è dono di Dio ed è unica. Come puoi chiedere, anche ad uno solo di loro, di guardare il mondo coi tuoi occhi...tu puoi insegnargli a osservare la natura e la tecnica per riprodurla, ma è con i suoi occhi che egli la vedrà e la esprimerà attraverso la sua anima, unica e ineguagliabile. E ogni opera che uscirà dalle sue mani, grazie al dono che tu gli hai fatto, sarà mirabile e unica, degna di onore e ammirazione. Tu hai donato loro il pennello per dipingere la vita... ma lascia che lo usino secondo il loro cuore e sii sempre e comunque fiero di loro". Fu così che il pittore capì che se facciamo un dono non possiamo ipotecare l'uso che ne verrà fatto. 

Ecco figlia mia Dio ha fatto dono ad ogni donna di cooperare alla creazione delle vita, attraverso la maternità e in tantissimi altri modi. Ogni madre userà il pennello avuto in dono, per insegnare ai figli a dipingere, secondo coscienza e amore, la vita che decideranno di avere per volontà e aspirazione. Ogni opera sarà unica, frutto di insegnamenti ricevuti attraverso atti di amore, rispetto, compassione, riconoscenza, carità e umiltà. Poiché tutti siamo fallibili, gli errori nel tuo dipinto lo renderanno ancora più prezioso e unico. Ma ricorda che col tuo pennello potrai dipingere qualunque cosa, secondo il tuo cuore e i tuoi desideri, in piena libertà. Ecco ora il pennello è tuo, è un dono, usalo come meglio senti di fare; ricorda i miei insegnamenti sempre, perché son frutto della vita che ho ricevuto e che ti ho dato, ma dipingi la tua vita coi colori che vedono i tuoi occhi, attraverso il cuore. Fai lo stesso coi tuoi figli e quando verrà il momento lascia loro in dono questo pennello, come faccio ora con te. Così che in futuro tutti possano godere degli insegnamenti ma mantengano la libertà di utilizzarli. Ciò che ti lascio, è la tela dove ho dipinto la mia vita, perché tu la possa osservare e prenderne spunto per dipingere la tua, secondo le tue sole aspirazioni;è la forza di camminare con le tue gambe, ma mai da sola, perché il filo con il quale il Padre ci ha legato non può essere spezzato e io sarò sempre parte di te come tu di me. Prendi questo dono e sii sempre fiera delle tue capacità, in esso c'è anche il mio cuore che da sempre batte assieme al tuo, per l'eternità. Con amore la tua mamma. 

14 settembre 2013

L'anello



Un alunno presentò al suo professore un problema: "Sono qui, professore, perché sono tanto debole, e non ho la forza per fare niente. Dicono che non servo a nulla, che non faccio bene niente, che sono lento e multo stupido. Come posso migliorare? Che posso fare per valorizzarmi di più?".
 
Il professore senza guardarlo, disse: "Sono molto spiacente mio caro, ma ora non posso aiutarti, devo prima risolvere il mio problema. Forse dopo. E facendo una pausa parlò: Se mi aiuterai, potrò risolvere il mio problema con più rapidità e dopo forse potrò aiutarti a risolvere il tuo". 


"Chiaro, professore", balbettò il giovane, ma si sentì un'altra volta sminuito. 


Il professore prese un anello che portava al mignolo, lo dette al ragazzo e disse: "Monta a cavallo e vai fino al mercato. Devi vendere questo anello perché devo pagare un debito. È necessario che tu ottenga per l'anello il massimo possibile, ma non accettare meno di una moneta d'oro. Va e torna con la moneta il più velocemente possibile". 


Il giovane prese l'anello e partì. Arrivò al mercato e cominciò a offrire l'anello ai commercianti. Essi lo guardavano con interesse, fino a quando il giovane diceva quanto pretendeva per l'anello. 
Quando il giovane menzionava una moneta d'oro, alcuni ridevano, altri andavano via senza nemmeno guardarlo, e solo un vecchietto fu amabile al punto di spiegargli che una moneta d'oro era molto preziosa per comprare un anello. 
Tentando di aiutare il giovane, arrivarono a offrire una moneta d'argento e una tazza di rame, ma il giovane ricusava le offerte seguendo le istruzioni di non accettare meno di una moneta d'oro. 
Dopo aver offerto il gioiello a tutti coloro che passavano al mercato e abbattuto per l'insuccesso, montò a cavallo e ritornò. Il giovane avrebbe desiderato avere una moneta d'oro per comprare egli stesso l'anello, liberando così il suo professore dalla preoccupazione e poter poi ricevere il suo aiuto e i suoi consigli. 


Entrò in casa e disse: "Professore, mi dispiace molto, ma è impossibile ottenere ciò che ha chiesto. Forse si potrebbero ottenere 2 o 3 monete d'argento, ma non credo che si possa ingannare nessuno sul valore dell'anello". 


"È importante quello che mi dici, ragazzo", obiettò sorridendo. "Prima si deve sapere il valore dell'anello. Prendi il cavallo e vai dal gioielliere. Chi meglio di lui può sapere il valore esatto dell'anello? Digli che vuoi venderlo e domanda quanto ti può dare. Ma non importa quanto ti offre, non lo vendere. Torna qui con il mio anello". 


Il giovane arrivò dal gioielliere e gli dette l'anello da esaminare. Il gioielliere lo esaminò con una lente d'ingrandimento, lo pesò e disse: "Dica al suo professore che, se vuole venderlo ora, non posso dargli più di 58 monete d'oro". 
"58 monete d'oro!", esclamò il giovane. 
"Sì", replicò il gioielliere, "io so che col tempo potrei offrire circa 70 monete, ma se la vendita è urgente...". 


Il giovane corse emozionato a casa del professore per raccontare quelle che era successo. Il professore dopo aver udito quanto offerto dal gioielliere, disse: "Lei è come questo anello, una gioia preziosa e unica. Può essere valutata solo da uno specialista. Pensava que chiunque potesse scoprire il suo vero valore? E così dicendo tornò a collocare il suo anello nel dito" 

Tutti noi siamo come questa gioia. Preziosi e unici e andiamo per tutti i mercati della vita pretendendo che persone inesperte ci valorizzino.
Ripensa al tuo valore!

5 settembre 2013

Il cuore più bello



C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello dei mondo o, quantomeno, dell’intera vallata. Tutti quanti erano sbalorditi per questo, e glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s’insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.
All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio che, emergendo dalla folla disse: “Beh, a onor del vero, il tuo cuore è molto meno bello del mio!” Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo.
Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene. Così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi, dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, e si domandavano come egli potesse affermare che il suo cuore fosse non solo bello, ma il più bello!
Il giovane guardò com’era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: “Starai scherzando!” disse. “Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, Mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime”. “Vero”, ammise il vecchio. “Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai a cambio col mio. Vedi, ogni ferita che tu vedi rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel’ho dato. Spesso ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mal esattamente uguale a quel che ricevi così ho qualche bitorzolo, a cui sono molto affezionato, però: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte, invece, ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare, tu lo sai, è rischioso, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che provo anche per queste persone… e chissà? Forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso, che cosa sia la vera bellezza?”.
Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, corse incontro al vecchio, e glielo offrì con le mani che gli tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo. Il giovane guardò il suo cuore, che non era più il cuore più bello del mondo, eppure lo trovava meraviglioso come mai: perché l’amore dei vecchio ora scorreva dentro di lui!

Il negozio di alimentari



Una donna infagottata in abiti fuori misura entrò nel negozio di alimentari. Si avvicinò al gestore del negozio e umilmente a voce bassa gli chiese se poteva avere una certa quantità di alimenti a credito. Spiegò che suo marito si era ammalato in modo serio e non poteva più lavorare e i loro quattro figli avevano bisogno di cibo.
L’uomo sbuffò e le intimò di togliersi dai piedi. Dolorosamente la donna supplicò: «Per favore, signore! Le porterò il denaro più in fretta che posso!» Il padrone del negozio ribadì duramente che lui non faceva credito e che lei poteva trovare un altro negozio nel quartiere.
Un cliente che aveva assistito alla scena si avvicinò al padrone e gli chiese di tentare almeno di accontentare la povera donna. Il droghiere, con voce riluttante, chiese alla donna: «Ha la lista della spesa?» Con un filo di speranza nella voce la donna rispose: «Sì, signore». «Bene!» disse l’uomo. «Metta la sua lista sulla bilancia. Le darò tanta merce quanto pesa la sua lista».
La donna esitò un attimo con la testa china, estrasse dalla borsa un pezzo di carta e scarabocchiò qualcosa in fretta, poi posò il foglietto con cautela su un piatto della bilancia, sempre a testa bassa.
Gli occhi del droghiere e del cliente si dilatarono per la meraviglia quando videro il piatto della bilancia abbassarsi di colpo e rimanere abbassato. Il droghiere, fissando la bilancia, brontolò: «È incredibile!». Il cliente sorrise e il droghiere cominciò a mettere sacchetti di alimenti sull’altro piatto della bilancia. Sbatteva sul piatto scatole e lattine, ma la bilancia non si muoveva.
Così continuò e continuò, con una smorfia di disgusto sempre più marcata. Alla fine, afferrò il foglietto di carta e lo fissò, livido e confuso. Non era una lista della spesa. Era una preghiera: “Mio Dio, tu conosci la mia situazione e sai ciò di cui ho bisogno: metto tutto nelle tue mani”
Il droghiere consegnò alla donna tutto ciò che le serviva, in un silenzio imbarazzato. La donna ringraziò e lasciò il negozio.

Il Maestro Zen e Il filosofo

Un filosofo si recò un giorno da un Maestro Zen e gli disse:
“Sono venuto ad informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi e i suoi scopi”.
“Posso offrirti una tazza di tè?”
gli domandò il maestro. E incominciò a versare il tè da una teiera. Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò.
“Ma che cosa fai?” sbottò il filosofo, “non vedi che la tazza è piena”?
“Come questa tazza,” disse il maestro, “anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture perché le si possa versare dentro qualcos’altro…
come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”

4 settembre 2013

Limitarsi a vivere





Limitarsi a vivere non è abbastanza... c'è bisogno anche del soledella libertà e di un piccolo fiore. -- Hans Christian Andersen

I tre filtri di Socrate



Nella Grecia antica Socrate era apprezzato da tutti per la sua saggezza. Si racconta che un giorno incontrasse un conoscente che gli disse:
-”Socrate, sai che cosa ho appena sentito di un tuo studente?
-”Aspetta un momento,” rispose Socrate. “Prima che tu me lo dica vorrei che tu sostenessi un piccolo esame che è chiamato “Esame dei tre filtri”.
- “Tre filtri?”
- “Esatto,” continuò Socrate. “Prima che tu mi parli del mio studente, filtriamo per un momento ciò che stai per dire.
1° filtroFiltro della Verità: Ti sei accertato al di là di ogni dubbio che ciò che stai per dirmi è vero?”
-”No” disse l’uomo “in effetti me lo hanno raccontato.”
-”Bene,” disse Socrate. “Quindi tu non sai se sia vero o meno.
2° filtroFiltro della Bontà : Ciò che stai per dirmi sul mio studente è una cosa buona?”
- “No, il contrario”
- “Allora” Socrate continuò “tu vuoi dirmi qualcosa di male su di lui senza esser certo che sia vero?”
L’uomo si strinse nelle spalle un po’ imbarazzato.
Socrate proseguì:
-” Puoi ancora passare l’esame perché c’è il 3° filtro, il Filtro dell’Utilità : Ciò che vuoi dirmi circa il mio studente mi sarà utile?”
-”Veramente.. non credo.”
- “Bene,” concluse il Saggio, “se ciò che vuoi dirmi non è Vero, non è Buono e neppure Utile, perché me lo vuoi dire?”

2 settembre 2013

La vecchia anfora

Ogni giorno, un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell'asino, che gli trotterellava accanto. 
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. 
L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia. 
L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva l'occasione di far notare la sua perfezione: "Non perdo neanche una stilla d'acqua, io!". 
Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone: "Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite". 
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le disse: "Guarda il bordo della strada". 
"E' bellissimo, pieno di fiori". 
"Solo grazie a te", disse il padrone. "Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno...". 

da Bruno Ferrero

24 luglio 2013

Uomo



Sii chi vuoi essere, 
non chi vogliono che tu sia
vai dove vuoi andare, 
non dove vogliono che tu vada
di quello che vuoi dire, 
non quello che vogliono che tu dica
vivi la tua vita, uomo 
e non quella di qualcun altro


Affinchè ogni singolo istante 
sia veramente tuo


Non mancare i tuoi giorni
non lesinare sorrisi
non smettere di stringere mani 
abbraccia, corri, ridi e balla
e se vuoi piangere, fallo

Sii felice.
Porta la gioia nel tuo cuore
Esplora vicoli, strade, paesi
incontra persone e naviga oceani
e fa del mondo un posto migliore
E poi credi. Non smettere mai di credere
E, infine, sopratutto, ama

Sara Cicolani (c) 2013

17 luglio 2013

Non ti fermare alle apparenze



Se vuoi vivere la tua vita pienamente, non ti fermare mai alle apparenze. Da piccola guardai un film che mi colpì molto. Si chiamava "Dietro la Maschera" è un film del 1985, diretto da Peter Bogdanovich che racconta la storia vera di Roy Lee Dennis.


Rocky Dennis è un ragazzo che vive con la madre a Los Angeles, affetto da una rara malattia, la leontiasi, che gli deforma il volto. Nonostante ciò Rocky non perde la speranza e vive la sua vita liberamente e pienamente  e con il suo modo di essere riesce ad abbattere gli ostacolie le barriere che si creano tra gli individui dati dal giudizio sommario e dalle apparenze. Ogni giorno supera qualche piccola grande sfida impostagli dalla malattia, che spesso lo costringe a letto con grandi mal di testa, grazie al suo coraggio e alla sua grande forza di volontà. Progetta un viaggio, ascolta musica, va a scuola, legge e frequenta molti amici.  Ecco una poesia molto semplice ma che esprime con intensità la vita, che ha scritto il vero Rocky alla mamma che mi ha molto commosso:

"Queste cose sono belle:
Un gelato, una torta
Le scimmie che giocano sugli alberi
Il sole che risplende sulla mia faccia

Queste cose invece non sono belle:
I buchi nei calzini
La polvere nei capelli
Niente soldi nelle mie tasche
e il sole che risplende sulla mia faccia"

1 giugno 2013

Book Tour Cromoterapia Emozionale

Finalmente il Book Tour del libro Cromoterapia Emozionale. Di seguito in ordine cronologico, le ultime tappe.

Cromoterapia Emozionale, Sara Cicolani, DEd'A 2013

Sicilia Giugno 2013:




  Roma 25 Maggio 2013




Roma 18 Maggio 2013



Cromoterapia Emozionale


Negli ultimi 30 anni mi sono dedicata allo studio delle relazioni tra persone e colori.

Non c'è dubbio che non ci sarebbe mondo senza colore, tutto intorno a noi è colore. E non c'è dubbio che il colore influisca sui nostri stati d'animo e sulle nostre emozioni.
Il colore, infatti, è da sempre nella nostra vita. Non ci facciamo nemmeno caso, e quasi sempre, lo diamo per scontato.


Come dicevo, negli ultimi 30 anni, e questo mi fa un pò impressione :),  mi sono dedicata a cercare di capire come il colore interagisca sulle nostre emozioni. E ho trovato delle similitudini fra il colore stesso e determinate personalità e ho capito come queste possano essere migliorate dall'uso corretto del colore.

Ho capito che persone con sfumature cromatiche identiche, non solo reagiscono al colore e alla vita nella stessa identica maniera, ma finiscono per l'utilizzare vocaboli simili, per avere qualità simili e risposte emozionali simili.

Sono riuscita ad identificare 25 profili e a collegare ad ognuno di essi emozioni, parole, qualità, stati d'animo, paure e molto altro ancora, e nel tempo ho lavorato per trovare la “chiave”.

Ho avuto molte esperienze incontrando persone e collaborando con varie figure professionali quali psicologi, medici, architetti, coach, naturopati ed operatori del benessere e varie aziende.

E alla fine ne è uscito un metodo che ho cercato di condividere nel libro CROMOTERAPIA EMOZIONALE. Un metodo totalmente nuovo e assolutamente diverso dalla Cromopuntura classica. Un metodo che ci aiuta a capire come migliorare la nostra vita, le nostre emozioni e la nostra personalità attraverso l'uso del colore.
Non in maniera terapeutica, forse più in maniera artistica, inserendo, come pittori, il colore che manca nella nostra vita. E ho scoperto punti e mappe che facilitano questo percorso.

La Cromoterapia Emozionale ci insegna a guardarci dentro e a riconoscerci, a eliminare zavorre che ci portiamo dietro spesso da sempre e a considerare anche il nostro lato fisico ed estetico come conseguenza ed espressione finale di un problema emozionale di lunga durata, ci insegna a vedere i colori con un volto nuovo e con una nuova metodica, ci insegna ad amarci.

Grazie alla cromoterapia emozionale ho capito quale è l'utilizzo del colore corretto per ogni nostra singola personalità. Ho capito come eliminare stress, paure, aggressività e zavorre, come interagire al meglio con gli altri e come sfruttare certi nostri lati negativi e trasformarli in positivo.

Ci siamo mai chiesti perché una dieta non funziona, o perché ci sentiamo gonfi nonostante una corretta alimentazione? Ci siamo mai chiesti perché il nostro umore non migliora nonostante i nostri sforzi e soldi spesi in corsi di crescita personale? Ci siamo chiesti perchè siamo sempre distratti, arrabbiati, frustrati o aggressivi? E ancora ci siamo chiesti perché le rughe aumentano in maniera innaturale nonostante creme e centri estetici o i dolori e le contratture nel nostro corpo sono tantissime nonostante palestre e massaggi? E infine ci siamo chiesti perché le nostre relazioni ci lasciano sempre quell'amaro in bocca, quel vuoto d'amore o la sensazione che qualcosa non vada per il verso giusto?

E soprattutto cosa fare per diventare la versione migliore di noi stessi?


La cromoterapia emozionale, quindi ci aiuta dal punto di vista dell' alimentazione, delle relazioni, dell'umore, delle emozioni, dell'estetica, dei problemi legati al nostro fisico, ma anche e soprattutto, dal punto di vista della personalità.

Possiamo capire che colore utilizzare nel mangiare, nel vestirci, negli ambienti che ci circondano per stare meglio e anche per migliorare nostri lati caratteriali, per alleviare nostre paure, per spegnere la rabbia che abbiamo in eccesso per colmare un vuoto d'amore.




La cromoterapia emozionale ti prende al cuore, libera le tue emozioni positive e ti libera dalle zavorre che ti ostacolando e ti impediscono di vivere liberamente la tua vita. Finalmente potrai eliminare le paure, i silenzi e il buio che ti rovinano la giornata. Incontrerai la felicità pura. Imparerai ad amarti e ad amare e a conoscere la tua personalità e vivere la vita che desideri ascoltando nel profondo del tuo cuore. Senza blocchi, condizionamenti, stress.

E allora vedremo come è semplice capire la personalità di un bambino e di un adulto, come è facile inserire i giusti colori nell'alimentazione, nell'abbigliamento, su una parete, nella vita per rendere migliore e colorato il nostro personale mondo.




Sara Cicolani è tra i più richiesti e innovativi coach, formatori e consulenti di immagine e comunicazione, life designer a livello nazionale ed internazionale. È il coach cui ogni anno si rivolgono sportivi, personaggi pubblici, dello spettacolo e moltissime aziende e persone, per raggiungere il successo, per migliorare la comunicazione, la leadership, la motivazione, le relazioni, la gestione delle emozioni e dello stress, lo stile di vita e l'immagine.
Eclettica, i suoi corsi di formazione e i suoi interventi, miscelano una serie di abilità artistiche, creative e comunicative, spaziando dall'espressione corporea, alla poesia ai colori.
Ideatrice e fondatrice dei metodi Wellness Coaching® & Holistic Coaching® e della Cromoterapia Emozionale (Chromology®) molto conosciuti e richiesti in Italia e all'estero, è anche scrittrice, poetessa e autrice di numerosi testi.