30 novembre 2013

Definizione d'amore

Girovagando nel web, ho trovato questa definizione dell'amore. Non male, non male!!! Ovviamente è humor. Ma quante volte, purtroppo, finisce così???

Che cosa fai nella vita?

Che cosa fai nella vita? Mi ha chiesto oggi un bambino.
Faccio cose, incontro persone, scrivo, girovago, osservo il mondo, scrivo, parlo, formo, scrivo.
"Ah, ho capito!" La sua faccia da punto esclamativo mi faceva quasi sorridere. Ma come descrivere il mio lavoro? Entra in talmente tante sfaccettature della vita personale delle altre persone, del loro lavoro lavoro, che non saprei, veramente, cosa dire. Ci sono talmente tante esperienze, tanti volti, tanti sorrisi, tante parole, tanto di tutto, che rinchiuderlo in una definizione di quattro parole non mi piace proprio.
E allora, w il mio lavoro!!! E chisseneimporta di incasellarlo.!!!


29 novembre 2013

Le foto

Ieri e oggi sono state due bellissime giornate!
L'ultimo libro, finito e consegnato all'editore e fotografie a gogo per la copertina.
Divertentissimo. Ho confermato che con la macchina fotografica a due millimetri da me, finisco con l'essere un ceppo di legno. 
Ma basta una risata e mi lascio andare. La pazza giocherellona che è in me riemerge immediatamente fuori.
E allora relaaaaaaaaaaaaaaaaaax.

5 novembre 2013

La partita a scacchi




Un giovane si presentò ad un maestro zen e disse:
«Vorrei raggiungere la liberazione dalla sofferenza promessa dal Buddha. Ma non sono capace di lunghi sforzi e non sono in grado di meditare. Esiste una via che posso seguire?»
«Che cosa sai fare?» gli domandò il maestro.
«Niente.»
«Ma c'è qualcosa che ti piace fare?»
«Giocare a scacchi.»
Il maestro fece portare una scacchiera e una spada.
Poi chiamò un giovane monaco e disse ai due:
«Chi di voi vincerà questa partita a scacchi raggiungerà la liberazione.
Chi perderà sarà ucciso con questa spada.
Accettate?»
I due giovani acconsentirono e incominciarono a giocare.
Sapendo che era una questione di vita o di morte, si concentrarono come non avevano mai fatto.
A un certo punto il primo giovane si trovò in vantaggio e pensò che la vittoria era sicura.
Guardò il suo avversario e si accorse che il maestro aveva sollevato la spada sulla sua testa.
Allora ne ebbe compassione e compì un errore deliberato.
Ora era lui che stava per perdere.
Vide che il maestro aveva spostato la spada sulla sua testa... e chiuse gli occhi.
La spada si abbatté sulla scacchiera.
«Non c'è né vincitore nè vinto» proclamò il maestro «e quindi non taglierò la testa a nessuno».
Poi aggiunse rivolto al primo giovane:
«Due sole cose sono necessarie: la concentrazione e la compassione. E tu le hai sperimentate entrambe.
Questa è la via che cerchi».